Tuina dei campi concentrici

Danze leggere in equinozio d'autunno

Lo scatto fotografico ha colto la leggerezza dell’ipomea del mio giardino. La luce che filtra mostra la delicatezza di questa ballerina che danza su sottili steli rampicanti, abbracciati alla vite. Siamo al mattino, la freschezza della notte le ha dato slancio, la rugiada dell’alba l’ha dissetata. Che siamo in autunno lo si capisce dai pampini intorno, già un po’ gialli, ma anche dal fatto che l’ipomea dà il meglio di sé nella tarda estate quando il sole del giorno è caldo e la notte fresca; il tutto in un perfetto equilibrio tra il tempo diurno e il tempo notturno, come spiega il termine “equinozio“. 

Nella tradizione della medicina cinese ci troviamo nella quinta stagione, sotto il “patrocinio” dell’elemento terra e dell’organo milza, che ha il compito non sempre semplice di gestire il meccanismo di termoregolazione, di aiutarci a fare il “cambio di stagione” interno, a modificare quella percezione per cui a 20 gradi in casa d’inverno ci sembra di scoppiare e d’estate rabbrividiamo. La milza ci aiuta a fronteggiare queste variazioni e soffre l’umidità che rallenta e impasta i nostri passi leggeri da una dimensione stagionale all’altra. 

Quando la milza è in “burn-out”, la concentrazione è limpida come un cielo pieno di foschia, la pancia gonfia e, di rimuginio in rimuginio, ristagniamo nel corpo e nella mente. In questo “stagno” languiamo, noi stessi siamo la fonte di emozioni pesanti che, come zanzare, da noi nascono e di noi si nutrono.

L’equinozio d’autunno è un meccanismo celeste di cui approfittare, una specie di bilancia cosmica che sa cogliere il momento perfetto per fare, appunto, i bilanci dell’anno. Sentiamo ancora nei pori dove e perché ci siamo disidrati, sentiamo l’umidità che accentua dove sono i nostri blocchi, le nostre chiusure.

È il tempo della raccolta dell’uva, delle diagnosi, delle valutazioni. Sentiamo che abbiamo perso qualcosa, che la luce piano piano diminuirà; sappiamo anche che non ci siamo sempre ascoltati e che avremo tempo per guardarci meglio dentro. Ma ora è il tempo di aumentare in noi la leggerezza, come fa l’ipomea, di svuotarci di ciò che è peso, per preparare il nuovo anno, un Drago che comincerà a farsi sentire prima della sua incoronazione ufficiale, nel 2024. Una danza leggera tra un giorno e l’altro, perché è il tempo della raccolta della luce, che poi, al momento opportuno, distilleremo dentro di noi.