Tuina dei campi concentrici

Gli occhi che sognano la primavera

Il 25 marzo viene celebrato il Dantedì, l’occasione per ricordare un antenato speciale, ogni giorno ancora vivo sulla nostra bocca quando parliamo italiano. Il 25 marzo era anche il giorno in cui ai tempi di Dante (e fino al 1750) cadeva il capodanno fiorentino, in un intreccio tra il culto mariano dell’Annunciazione
e il ritorno della primavera.
Quando penso alla visione ispirata della Divina Commedia, non la collego agli occhi arcigni e all’espressione amara diffusa nell’Ottocento, ma agli occhi teneri e profondi del ritratto medievale che vedete sopra: lo sguardo sognante di un giovane uomo, rivolto al futuro, vivo, ancora dopo oltre 700 anni.
Così è la primavera, lode di ogni nuovo inizio.

Nuovo tendente a infinito

Comincia un anno nuovo? Se fossimo nella Firenze di Dante dovremmo aspettare il 25 marzo. Secondo il calendario cinese, l’anno del Coniglio inizia il 22 gennaio 2023.
Diverso ancora sarebbe per civiltà di ieri o di oggi che non seguono il calendario gregoriano. Ma è solo una questione di cultura e di religione? Di certo c’è che un anno è un giro della Terra intorno al Sole.
Ma ancora di più certo c’è che solo tu puoi sapere che cosa finisce e che cosa inizia.
Ogni momento ha in sé tutta la forza necessaria per cominciare un nuovo viaggio, percorrere il cammino che hai scelto, riprendere quello che hai sospeso… Auguri di scintillanti istanti nuovi sull’astronave Terra in rotta verso l’infinito.

Il suono della luce

Il 21 dicembre siamo entrati nell’inverno dell’anno della Tigre. Le ore notturne si estendono al massimo, quelle diurne al minimo. C’è un momento cosmico di stallo, come un’apnea, prima che il movimento si inverta e il giorno cominci di nuovo a crescere, a inspirare luce. I nostri sensi percepiranno i segni di questo immenso respiro solo tra qualche settimana. Ma la luce ha un suono (“Là dove il sol tace”, per Dante, equivale a “inferno”) e, se i nostri occhi non sanno ancora vedere, il nostro cuore riconosce il sussurro della notte, sa ascoltare il silenzio,
sa intrecciare il suo canto con la voce cristallina della luce.